I filtri e il loro impiego
Con l'avvento del digitale l'impiego dei filtri in fotografia è diminuito molto, ma ci sono alcuni tipi di filtri e svariati impieghi dove l'utilizzo di un filtro rimane indispensabile.
La teoria del colore

I filtri colorati agiscono in modo da lasciar passare completamente il colore stesso del filtro e di bloccare i colori ad esso complementari.

Si definiscono complementari due colori che mescolati danno il grigio, poiché ogni colore primario ha come complementare il suo opposto, ovvero la somma degli altri due primari.

I colori primari della luce hanno come secondari i primari di stampa e viceversa, e i colori complementari ai primari della luce sono i colori primari di stampa e viceversa.

Di seguito sono riportate le tabelle che illustrano il comportamento dei colori nella sintesi additiva e sottrattiva, i colori complementari e il comportamento dei filtri colorati.

I fattori dei filtri

Fattori dei filtri e relativi aumenti dell’esposizione in diaframmi

Un filtro colorato assorbe sempre una certa quantità di luce, proporzionale alla sua densità, perciò l’esposizione deve essere aumentata per compensare la perdita di luminosità del sistema ottico.

Occorre quindi considerare il fattore del filtro, e per questo numero moltiplicare il tempo d’esposizione.

Il fattore filtro é indicato sul foglietto d’istruzione che correda il filtro o sulla montatura del filtro stesso.

Naturalmente, anziché moltiplicare il tempo d’esposizione, si può aprire il diaframma in modo che l’esposizione subisca un aumento equivalente.

Consideriamo, per esempio, che si sia scelta, per eseguire una certa fotografia, la coppia tempo-diaframma 1/250 f/11, e si decida di usare un filtro rosso con fattore 8.

Volendo tenere esattamente conto di tale fattore, si dovrà moltiplicare 1/250 per 8 (=1/30), ovvero aprire il diaframma di tre stop (=f/4).

Quindi si potrà usare, a scelta, una delle seguenti coppie tempo diaframma equivalenti 1/30 f/11; 1/60 f/8; 1/125 f/5,6; 1/250 f/4.

Un sistema sicuramente più spiccio, ma meno sicuro, che si può usare se si fotografa con una reflex fornita di esposimetro TTL, consiste nell’effettuare la misurazione esposimetrica con il filtro già montato sull’obiettivo.

Comunque, il fattore filtro, non é un dato da accettare ciecamente. Esso é valido per la luce bianca e può essere modificato per una diversa composizione spettrale della luce con cui si fotografa.

Si tenga presente, inoltre, che mediante una calcolata sottoesposizione si può accentuare l’effetto del filtro, che é invece reso meno evidente da una sovraesposizione.

Il filtro polarizzatore

Quando la luce incide secondo un certo angolo su una superficie riflettente (purché non metallica) viene polarizzata.

Ciò significa che le oscillazioni delle onde luminose riflesse, anziché essere dirette in qualsiasi direzione perpendicolare a quella di propagazione, come normalmente avviene, sono tutte disposte su di uno stesso piano.

Tale fenomeno può anche essere riprodotto facendo attraversare alla luce un filtro polarizzatore.

Azione schematizzata del filtro polarizzatore

I filtri per il bianconero

Filtro Giallo

E’ quello che offre gli effetti più tenui. In genere é disponibile in tre gradazioni (chiaro, medio e scuro) cha danno differenti risultati a seconda della densità. Il filtro giallo é utile in quanto non modifica eccessivamente l’equilibrio cromatico e non esalta in modo esagerato i contrasti. Assorbe l’ultravioletto ed il blu, conferendo al cielo un colore grigio tenue. Esalta i colori gialli e quelli tendenti al rosso.

Filtro Arancione

L’effetto del filtro arancione é molto più marcato di quello del filtro giallo. Esso infatti blocca le radiazioni del blu e parte di quelle verdi, così che scurisce moltissimo il cielo e la vegetazione. Esalta i colori dal giallo al rosso, ed é utile per l’incremento del contrasto, per la fotografia d’architettura o di costruzioni, rocce, ecc.

Filtro Rosso

Produce effetti estremamente vigorosi nei paesaggi dove il cielo si annerisce molto facendo spiccare le nuvole bianche. Il filtro rosso esalta i colori dall’arancione al rosso e quindi blocca il blu ed il verde. Può essere utilizzato per creare effetti notturni di giorno come avviene nel cinema professionale in bianconero. E’ utile con le pellicole sensibili all’infrarosso.

Filtro Verde

Si tratta del filtro meno usato, mentre é molto utile per la fotografia di peasaggio. Col filtro verde la vegetazione viene riprodotta secondo un’ampia gamma di toni altrimenti irraggiungibili. Esso tende a scurire sia il rosso che il blu. E’ utile a volte nei ritratti ed in fotografie ove appaiono moltissimi colori diversi.

Filtro Giallo-Verde

Accoppia gli effetti del filtro giallo e del filtro verde, ma con contrasti meno accentuati. Assorbe leggermente le radiazioni rosse ed é utile nelle riprese in interni con luce artificiale al tungsteno.

Filtro Azzurro

E’ impiegato soprattutto per migliorare la resa tonale nei ritratti con illuminazione artificiale al tungsteno. Eliminando l’eccesso di radiazioni giallo rosse di questo tipo di sorgente luminosa, consente infatti una resa più plastica e naturale della carnagione, però può evidenziare eventuali difetti (specie le lentiggini). Nelle fotografie di panorami accentua la sensazione di foschia evidenziando atmosfere nebbiose. Il cielo azzurro é reso con tonalità molto pallide, in cui le nuvole perdono ogni evidenza.Sono invece assorbiti in misura lieve o più accentuata, secondo l’intesità del filtro, il rosso, il giallo e il verde.

Filtro Polarizzatore

Nel bianconero il polarizzatore può essere anche accoppiato ad un filtro colorato: se lo si usa unitamente ad un filtro rosso, l’azzurro del cielo viene reso con un grigio scurissimo, quasi nero, e si può così ottenere un vero “effetto notte”. In abbinamento con un filtro verde, si ha invece un moderato iscurimento del cielo, mentre risulta schiarita la vegetazione, con effetto assai piacevole nelle fotografie di paesaggio.

L’effetto di questi filtri é massimo quando il cielo é sereno e quando la scena é colpita direttamente dai raggio del sole. Col cielo coperto il loro effetto diminuisce considerevolmente; l’effetto del filtro é massimo quando l’esposizione é corretta, diminuisce con la sovraesposizione.

In linea di massima, la regola é che per schiarire un colore si usa un filtro dello stesso colore, per scurirlo un filtro di colore complementare.

Effetti dei filtri per il bianconero

Vedere sempre le indicazioni del fabbricante del filtro, per quel che riguarda l’aumento dei diaframmi

Effetti dei filtri per il bianconero

Azione dei filtri

Immagine senza nessun filtro

Azione dei filtri

Immagine con il filtro Arancio

Azione dei filtri

Immagine con il filtro Giallo

Azione dei filtri

Immagine con il filtro Rosso

Azione dei filtri

Immagine con il filtro Verde

Azione dei filtri

Immagine con filtro Rosso e il Polarizzatore

I filtri per il colore

Filtro Ultravioletto

E’ un filtro incolore il cui impiego non comporta alcun aumento dell’esposizione. Assorbe la radiazione ultravioletta ed é quindi utile nella fotografia a colori al mare, in alta montagna, sulla neve, per eliminare le dominanti fredde causate appunto da un eccesso di raggi ultravioletti. Agisce anche contro la foschia, quindi é specialmente raccomandabile quando si fotografa a colori con i teleobiettivi (nel bianconero sono disponibili filtri di ben maggiore efficacia, come l’arancio o il rosso). Può essere usato anche come filtro protettivo della lente frontale dell’obiettivo.

Filtro Skylight

Ha una leggerissima colorazione rosata e viene impiegato con le pellicole invertibili a colori per eliminare la dominante fredda che invade le zone in ombra a causa del riflesso del cielo azzurro. E’ sempre utile quando la luce tende ad avere una temperatura di colore troppo alta, come in montagna o al mare. Rende più gradevole l’aspetto della carnagione, più dorata l’abbronzatura, meno gragia la sabbia delle spiagge. Nelle giornate coperte può essere usato per conferire un tono meno freddo alle immagini. E’ un filtro molto leggero, che non richiede alcun aumento dell’esposizione.

Filtri colorati

I filtri colorati per il bianconero possono essere usati anche nella fotografia a colori per realizzare immagini pressoché monocromatiche, infedeli e irreali, fantastiche, spesso di una strana bellezza.

Nella fotografia digitale sono praticamente inutili in quanto si interviene in fase di postproduzione, mantenendo sempre l’immagine originale con i colori esatti.

Filtro per effetti speciali

Sono filtri o, per meglio dire, aggiuntivi ottici che permettono di apportare modifiche più o meno vistose all’immagine, ottenendo risultati che in certi casi alterano notevolmente la realtà.

Di questi tipi ne esistono moltissimi: Cross-screen e simili, filtri diffusori, filtri diffrangenti, aggiuntivi ottici per immagini multiple, filtri digradanti, filtri polarizzatori colorati.

Filtro ND (Neutral Density)

Filtri grigi che riducono intenzionalmente la luce che attraversa l’obiettivo in caso di eccessiva luminosità della scena (es. per fotografare con tempo lento una scena molto luminosa). Filtra tutte le lunghezze d’onda dello spettro.

Filtri 81A e 81B

Filtri di correzione della temperatura colore, per ridurre il rischio o l’entità delle dominanti bluastre in montagna, con cielo coperto o con ombre. Fattore filtro pari a 1. Può essere usato come filtro di protezione.

Nella fotografia digitale sono stati sostituiti dalla gestione del bilanciamento del bianco, che nel caso di scatti in RAW è gestibile anche in fase di postproduzione.

Filtri per pellicole sensibili all’infrarosso

Sono indispensabili per fotografare. L’uso di film all’IR senza filtri dà immagini irreali con ombre nere e non rende le variegazioni del fogliame, per cui si usano i filtri KodakWratten(15, 25, 29, 70, 87, 87C e 88A). Il filtro rosso elimina la foschia. I filtri all’apparenza neri (87, 88) scuriscono il cielo e schiariscono le foglie. L’esposizione va misurata senza filtro, usando una sensibilità di 50 ISO con i filtri trasparenti e di 25 ISO con quelli “neri”.

I filtri di conversione colore

L’utilizzo dei filtri di conversione colore con le fotocamere digitali è assolutamente inutile in quanto la gestione del bilanciamento del bianco permette di stabilire la temperatura colore della situazione ripresa, quindi vengono utilizzati solamente con fotocamere a pellicola.

I filtri di conversione colore servono per impiegare con risultati corretti le pellicole a colori tarate per luce diurna in luce artificiale e, viceversa per usare le pellicole tarate per luce artificiale in luce diurna.

Nel primo caso il filtro é di colore azzurro per assorbire l’eccesso di radiazioni rossastre delle lampade al tungsteno; nel secondo caso ha una colorazione ambrata per evitare la dominante bluastra causata dalla più elevata temperatura di colore della luce del giorno.

Questi filtri sono disponibili in diverse gradazioni per consentire una perfetta equilibratura tra taratura cromatica della pellicola e temperatura di colore dell’illuminazione.

I più comunemente impiegati sono l’ 80B azzurro, e l’ 85B ambra (numerazione Kodak Wratten).

I filtri di compensazione del colore

Anche per questo tipo di filtri, l’utilizzo con fotocamere digitale è pressochè inutile, in quanto la gestione del bilanciamento del bianco permette un risultato corretto della scena ripresa.

Nella fotografia a colori c’è spesso bisogno di grande precisione nel bilanciamento della sorgente luminosa con la sensibilità dell’emulsione della pellicola.

Per questo si usano i filtri di compensazione del colore (chiamati spesso filtri CC): esistono in sei colori di base e per un’ampia varietà di densità.

I colori sono cyan, magenta, giallo, rosso, verde e blu; I primi tre sono complementari ai secondi tre, nell’ordine riferito.

In termini d’assorbimento delle lunghezze d’onda:

il cyan assorbe il rosso
il rosso assorbe il blu e il verde,

il magenta assorbe il verde,
il verde assorbe il blu e il rosso,

il giallo assorbe il blu,
il blu assorbe il rosso e il verde.

I filtri di compensazione del colore esistono, di solito, in una serie di tarature standard, che vanno da 05CC a 50CC, con aumento della densità e della saturazione del colore, in relazione alla crescita del valore numerico.

Un filtro di compensazione giallo con una densità di 40CC è definito con la sigla CC40Y, e così via (il rosso è R, cyan è C, magenta è M, verde è G e blu è B).

Correzione per l'illuminazione fluorescente

Una delle situazioni della fotografia a colori meno controllabile, si verifica quando si lavora con un’illuminazione fluorescente (la ripresa fotografica in bianco e nero non presenta invece alcun problema particolare).

L’intensità della luce fluorescente si presenta come una situazione misurabile allo stesso modo delle altre.

L’illuminazione è piuttosto uniforme, e il livello di luminosità è, di solito, piuttosto alto, ma nella fotografia a colori rappresenta comunque un problema, perché le fonti fluorescenti non emettono luce per radiazione da un filamento, e quindi non esiste una temperatura colore reale.

La luce sembra buona all’occhio, ma le fotografie risultano con fastidiose dominanti, di solito verdi, tutto è inoltre complicato anche dal fatto che esistono almeno otto diversi tipi di lampade fluorescenti comunemente prodotte, più almeno sei forme di lampade con scarica d’alta intensità.

Il modo più comune per raggiungere una precisa resa del colore, è quello di usare i filtri CC, singoli o in combinazione, per portare il colore finale il più vicino possibile a quello che visualizzerebbe l’occhio in luce diurna.

Di solito ciò funziona abbastanza bene, ma c’è la possibilità che uno o più pigmenti nel soggetto rispondano in modo completamente imprevedibile, e appaiono di un colore parzialmente, se non già completamente, diverso da quello osservato dall’occhio umano.

Parecchi produttori di filtri ne realizzano due per la correzione generalizzata dell’illuminazione fluorescente.

Questi vengono denominati FL-D (per pellicole luce diurna), e FL-B (per pellicole tipo B).

Naturalmente, dato il grande numero di tubi disponibili, questi filtri offrono solo una correzione approssimativa, ma spesso ampiamente equilibrata.

Correzione colore per il flash

I  flash elettronici, di solito, emettono luce a circa 7000° K.

La maggior parte dei flash commerciali pretendono di avere un’emissione dai 5500° K ai 6000° K, ma a meno che il tuboflash o la sua parabola siano di colore giallognolo, l’emissione dallo strumento sarà quasi certamente troppo blu per equilibrarsi con le pellicole a colori per luce diurna (per rilevare la tinta giallognola di un tubo flash potrebbe essere necessario inclinare lo strumento avanti e indietro sino a quando si possa vedere il tubo stesso oltre la sua schermatura).

I produttori di pellicole raccomandano perciò una filtratura correttiva per mezzo di un filtro 81A o 81B. Si potrebbe ottenere una correzione più esatta usando un filtro CC20Y.

Nonostante la filtratura possa essere effettuata sull’obiettivo della macchina, è preferibile ritagliare un pezzo di filtro in gelatina e applicarlo direttamente alla testa del flash, lasciandolo permanentemente in questa posizione (un filtro quadrato di 7,5×7,5 cm è sufficiente per coprire anche tre flash di dimensioni normali).

Se la lampada è filtrata per la correzione del colore, esisterà un fattore filtro.

Qualsiasi dei tre filtri si decida di usare, è necessaria una correzione dell’esposizione di un terzo di stop (i filtri 81A, 81B e CC20Y hanno tutti lo stesso fattore).

Sorgenti luminose e temperatura colore

Ogni sorgente luminosa ha una sua temperatura colore, e la si misura in gradi Kelvin.

In fotografia si parla molto spesso di “luce fredda” o di “luce calda” per identificare la temperatura colore di una sorgente luminosa, questo perchè una luce molto calda, come quella di una candela, si aggira intorno ai 2000°K ed è di colore giallo/arancio, invece una luce molto fredda, come quella di un cielo nuvoloso, si aggira intorno ai 7000/8000°K ed è di colore azzurro.

Nella fotocamera esistono vari modi per gestire la temperatura colore:

Il più semplice è quello di selezionare il tipo di bilanciamento del bianco con i valori preimpostati nella macchina.

Un metodo più preciso invece è fare la lettura del bilanciamento tramite un grigio al 18%, e salvare nella macchina il valore ottenuto per quella particolare sessione di scatti.

Il metodo più efficace è la realizzazione di uno scatto con un Color Cheker e la successiva realizzazione del profilo colore da utilizzare in fase di postproduzione per quella sessione di scatti.

Questa lavorazione è possibile solamente se abbiamo realizzato gli scatti in RAW.

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